Riscoprire Lecce in bicicletta

Tanto si è fatto a Lecce in questi ultimi anni in termini di mobilità sostenibile e luoghi dormienti finalmente restituiti alla città, per cui di recente ho voluto unire tutte queste cose iniziando a pedalare per la città con occhi nuovi, lungo tracciati nuovi; il risultato è stato un vero e proprio itinerario ad anello che mi  ha portato ad ammirare il patrimonio culturale e naturalistico della città, uscendo per una volta dal centro storico e muovendomi attorno le antiche mura cittadine, percorrendo ciclabili di recente realizzazione e creando un legame tra il centro storico, con le sue antiche porte d’ingresso, e i nuovi parchi nella prima periferia della città, divenuti finalmente i nuovi contenitori culturali.

Da Porta Napoli, vero e proprio arco di trionfo da cui partiva la via consolare per la capitale del Regno, mi muovo sulla destra verso lo sperone delle antiche mura cittadine, primo avamposto leccese per chi arrivava da Brindisi. Appena di fronte alle mura cittadine entro nel complesso architettonico dell’ex convento degli Agostiniani, recentemente restaurato e aperto alla cittadinanza, con la sua Biblioteca di Ogni Bene che soprattutto rivolgendosi ai più piccoli mette al centro il gioco e non solo l’apprendimento, il fare e non solo la lettura. Qui è possibile soprattutto apprezzare il Giardino di Ogni Bene, che rievoca il grande giardino appartenuto all’ordine monastico, con i suoi melograni, le viti e un frutteto con specie erbacee aromatiche. Con la sua forte valenza didattica, per chi ama osservare le piante ed il loro mutare nelle diverse stagioni, questo giardino immerso nel pieno della città  è un invito al rispetto dei luoghi, della bellezza e della fragilità della natura.

ex convento Agostiniani

Continuando su viale De Pietro in direzione centro, uno dei principali assi viari della città, spasso davanti la Villa Comunale (attenzione: al suo interno si conduce la bici a mano), e al Palazzo Dei Celestini, sede della Prefettura e della Provincia di Lecce, con il suo bellissimo atrio, che consente poi, se attraversato, di entrare nel centro storico proprio accanto la Basilica di Santa Croce. Proprio qui, sull’incrocio con via Matteotti, anticamente vi era una delle 4 porte di ingresso alla città, la porta San Martino, unica porta non più esistente, inglobata nei tanti lavori di rifacimento urbanistico della città. Proseguendo arrivo al cospetto del castello Carlo V, il più grande maniero del Cinquecento in Puglia, oggetto di restauro in corso, e che, se attraversato anch’esso (possibile condurre la bici a mano), consente di accedere alla parte retrostante del Castello, grazie ad una “finta porta” (segno per me che qui in Salento bisogna sempre avere l’audacia di sbirciare dentro gli androni dei palazzi alla ricerca di meraviglie nascoste).

 Ancora proseguendo arrivo a Porta San Biagio, ingresso alla città per i viandanti che giungevano questa volta da sud. Sfruttando la recente ciclabile si può fare una piccola deviazione verso la Torre del Parco, ora luogo privato dedito a feste e matrimoni, che resta uno dei simboli del periodo medievale e rinascimentale della città, legato ai fasti della famiglia d’Enghien – del Balzo (si narra che nel fossato della torre la famiglia vi allevasse addirittura degli orsi, simbolo araldico della famiglia).

Fatto ritorno a porta San Biagio, sempre su ciclabile, vado verso un quartiere periferico, ma che poi periferico attualmente non lo è più considerata l’espansione della città, oggetto di importanti lavori di riqualificazione urbana, e che mostra uno dei paesaggi più frequenti di tutto il Salento: quello delle cave di pietra. Sono nel Parco delle Cave di Marco Vito. Qui, come altrove, intere zone venivano letteralmente “tagliate” in profondità per estrarre la pietra leccese, utilizzata per gli edifici e i palazzi del centro storico. Nel corso del tempo queste cave abbandonate sono diventate i “nuovi” paesaggi, essendosi ricreata una biosfera ad hoc; facile vedere infatti uliveti, carrubi, alberi da frutto, coltivazioni di verdure e veri e propri orti proprio nel bel mezzo di un’antica cava di pietra. Qui è possibile visitare la bellissima Massera Tagliatelle e poter usufruire delle visite a tema proposte dall’associazione che la gestisce, mentre a pochi metri sorge anche il Parco delle Tagghiate Urban Factory; il consiglio è quello discendere dalla bici e fare a piedi una lunga passeggiata per ammirare come la natura abbia negli anni ricreato dei veri e proprinuovi ecosistemi. Sempre a pochi metri, è possibile visitare il piccolo gioiello del Museo Ferroviario della Puglia per fare un romantico viaggio nella storia delle ferrovie nazionali e locali, poter salire su carrozze antiche tutte in legno, e vedere come soprattutto i treni, prima ancora egli aerei, siano stati protagonisti della storia italiana, a volte brutta a volte gioiosa.

Parco di Belloluogo

Altra deviazione da questo punto è verso il Parco Archeologico di Rudiae, a soli 3 km dalla città, con il suo importante anfiteatro di cui si scorge nettamente l’intero ovale. Questa prima periferia di Lecce mi emoziona sempre, perché pochi metri prima di arrivare a Rudiae, sempre su via Vecchia Copertino mi ritrovo su di una collinetta da dove è possibile avere un panorama eccezionale vedendo la campagna leccese degradare verso sud, e intravedendo molti dei campanili dei paesi limitrofi.

Da qui, dietro front e ritorno verso il centro, sempre su ciclabile, in direzione Porta Rudiae, che come suggerisce il nome stesso, univa la due antiche città sorelle, il nucleo messapico di Rudiae con la nascente Lupiae, civitas romana; questa piazza è quindi una perfetta sintesi dei due periodi storici che hanno caratterizzato il Salento: la presenza dell’antico popolo Messapico, proveniente secondo Strabone dall’Illiria (attuali Balcani), e l’arrivo dei Romani.

Proseguendo su viale dell’Università, prima di chiudere il perimetro toccando nuovamente Porta Napoli, faccio una piccola deviazione nel vicino Parco di Belloluogo, ampio parco cittadino dove, tra carrubi e lecci, si erge l’omonima torre medievale, che tanto ricorda la gemella posta presso la Torre del Parco (apparteneva anch’essa alla famiglia d’Enghien). Accanto al Parco vi è il cimitero che confina con il bellissimo convento degli Olivetani, oggi sede dell’Università di Lecce. Si può andare in bici per godere del silenzio ascetico di questi luoghi e salutare i tanti gatti che popolano la colonia felina. La chiesa dei SS. Niccolò e Cataldo posta all’ingresso del cimitero è un bellissimo esempio di arte romanica, sede prima dell’ordine dei Benedettini e successivamente, nel Quattrocento, degli Olivetani.

L’invito è ad entrare, ad ammirare le volte affrescate e ad uscire sulla porta laterale che collega la chiesa proprio con il porticato del convento degli Olivetani posto sulla destra.

 Da qui pochi metri su ciclabile e ritorno a Porta Napoli da dove ho iniziato questo itinerario semi-urbano alla scoperta del nuovo volto della città.

qui la traccia komoot=https://www.komoot.com/it-it/tour/1447132217?share_token=ay1iIZu2ecHTq2RHVtG6ZHfaYJ2cYn5Au91IUpfAd5OPg28He6&ref=wtd

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  • max

    Settembre 12, 2024 at 11:48
    Reply

    il parco di Belloluogo e quello delle Cave sono state delle scoperte molto interessanti. piccoli scrigni nel cuore della città. Lecce ne aveva proprio […] Read Moreil parco di Belloluogo e quello delle Cave sono state delle scoperte molto interessanti. piccoli scrigni nel cuore della città. Lecce ne aveva proprio bisogno. Read Less

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