La psicogeografia per narrare il territorio

Camminare è per noi un’esperienza conoscitiva che mette in gioco i sensi e li amplifica, ci permette di conoscere  e codificare un territorio per poi raccontarlo.

È sempre stato così, l’uomo è diventato sapiens quando ha iniziato a camminare, a spostarsi, ad interagire con ciò che gli stava attorno, e poi a modificarlo.

Soprattutto in Occidente camminare e fare filosofia sono sempre andate di pari passo; dalla scuola aristotelica dove i peripatetici si muovevano sotto un colonnato, agli stoici di Atene, per finire poi ai poeti romantici inglesi e a chi attraversava intere regioni sulle orme del Grand Tour.

Scegliere dove camminare o non camminare è atto politico” scrive Gianni Biondillo in Sentieri Metropolitani.

Mi rincuora ricordare che ci sono stati più momenti nella nostra storia dove camminare non era considerato da sfigati ma, anzi, permetteva di elevare il proprio spirito, dove l’apice della propria consapevolezza e delle proprie intime interrogazioni non si raggiungeva sul sedile di una macchina, bensì camminando sulle proprie gambe, in natura, persi in una foresta, in territori sconosciuti.

Petrarca stesso, ricorda l’autore, decise di raggiungere nel 1336 il Monte Ventoso con il fratello,  non per agonismo, ma per “godersi la vista”.

natura

Il paesaggio ricercato dai poeti e filosofi è, ovviamente, cambiato nel tempo; pittoresco e aulico in un primo tempo, più naturale e spontaneo successivamente, fino alla ricerca del wild, che però non fa più paura perché è ritenuto, addirittura, sublime.

Oggi forse ci sono più città che foreste incontaminate, ma è comunque possibile “leggere” il territorio: “ogni edificio è una frase e la città è il libro che le contiene tutte” afferma l’autore. Anche nelle moderne periferie, nelle strade di spazzatura, nei luoghi dell’abbandono, in quello che vengono chiamati non luoghi, ma che, probabilmente, sono in realtà i nuovi luoghi, è possibile conoscere qualcosa in più dell’uomo che le abita e delle interrelazioni uomo-uomo e uomo- natura. In tempi recentissimi addirittura la firma delle archistar e di famosi urban designer segnano un cambio del focus; i luoghi non vengono più visti e raccontati per come sono ma per come vengono interpretati.

Un libro che sollecita a prestare più attenzione quando camminiamo a ciò che ci circonda, a non dare nulla per scontato, perché il pensiero si forma nel cammino.

Gianni Biondillo, Sentieri metropolitani.

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