La murgia dei trulli in bici

La bella stagione si avvicina e sono tanti i ponti primaverili che possiamo sfruttare per un piccolo viaggio in bici. Ripenso ad un viaggio che ho fatto a novembre ma che, considerate le temperature miti dei mesi primaverili, può essere benissimo replicato anche nei mesi successivi.

Volevo pedalare in Puglia e curiosare in zone che non conoscevo benissimo, ovvero la murgia dei trulli, e anche per fare un po’ di dolci sali e scendi con la bici. La sera prima, sfruttando la possibilità di partire da Lecce con il treno regionale portandomi la bici, ho pernottato a Monopoli, un po’ per partire già sul posto un po’ perché la città mi piace sempre molto, sia d’estate che d’inverno; il castello sul mare, il porticciolo, le tante stradine piene di vita direi che sono davvero un bel punto di inizio.

Monopoli

Monopoli

  1. Monopoli – Polignano – Conversano

Al mattino dopo un’abbondante colazione, iniziamo a pedalare tenendoci il mare sulla destra, verso Polignano (decidete voi se più conosciuta per gli spettacolari tuffi del Redbull Cliff Diving o per aver dato i natali a Domenico Modugno). Prima di arrivare nel centro storico facciamo una tappa interessante presso la Fondazione Pino Pascali, che ripercorre la vita e le varie fasi creative dell’artista. In fondo la Puglia non è solo cartapesta, gastronomia o mare: se si guarda bene è anche tanta modernità, lotte politiche e linguaggi artistici diversi.

Lentamente, sul tracciato pedonale che fiancheggia il lungomare, arriviamo nel cuore del centro storico. Girare nelle strette stradine sempre piene di gente è quasi impossibile e così le parcheggiamo nella piazza subito dopo l’ingresso della porta principale per affacciarci sul promontorio (credo uno dei più famosi d’Italia) e vedere il mare infrangersi sullo sperone roccioso. Chi abita queste case, penso, non può avere il mar di mare perché si vive praticamente sulle acque. Salutando il mare iniziamo a salire sulla murgia di fronte a noi, lasciandoci il paese alle nostre spalle. Voltando gli occhi a destra e sinistra si nota subito questa sorta di piccolo panettone che interrompe la monotonia del tavoliere. Il nome stesso Murgia deriva da “murex”, e ci indica infatti l’altopiano terrazzato, composto da resti sedimentati nel coro di millenni di gusci di molluschi, come un vero e proprio scalino, caratterizzato da calcari compatti e ricchi di fenomeni carsici che lentamente degradano poi verso la piana tra Taranto e Lecce.

   Il paesaggio cambia.

Gli alberi di ulivo iniziano a far posto ad alberi da frutto, pochi ma in passato sicuramente più numerosi, e alle querce,  e guardando i muretti a secco che delimitano le campagne e le proprietà mi vengono in mente le parole di chi aveva definito quest’ingegnosa architettura a secco come <<una delle più clamorose manifestazioni della capacità contadina di piegare uno dei frammenti più impervi e repulsivi della pietraia pugliese ai propri scopi produttivi, mediante spirito di iniziativa e ampia profusione di lavoro>> in altre parole lo spirito di adattamento – o “resilienza” come direbbero in molti oggi- del “popolo di formiche” di cui parlava Tommaso Fiore.  Saliamo zigzagando tra i muretti a secco in direzione Conversano.  Le campagne in effetti sono molto bella, molto vissute e coltivate. Vivendo in Salento spesso mi dimentico di quanto possa essere bella e colorata un appezzamento di terra a ridosso di una masseria. Giù da noi se non sono state abbandonate sono diventate resort con l’erbetta inglese. Qui invece la terra è ancora al centro della vita economico sociale del territorio. Bello ! bello ! bello!

Muretti a secco

Muretti a secco

Arriviamo a Conversano e subito ci colpisce il castello Normanno posto in posizione di controllo sul punto più alto del paese, testimone del glorioso passato feudale quando la contea di Conversano era una delle più importanti di tutta la Puglia, passata di mano in mano tra i casati più noti e importanti di tutto il sud Italia.  Prima di individuare un posto dove bere una bella birra fresca a e rifocillarci facciamo un breve giro nel paese. Belle le stradine, pulite, ben tenute, con fiori colorati nelle aiuole, piccoli negozietti di artigianato. Ci piace! Dedichiamo il nostro tempo a visitare la cattedrale, in stile romanico pugliese, davvero sorprendente per un centro abitato di relative dimensioni. Anche qui, come accade un po’ in tutta Italia, una grande cattedrale al centro del paese indica un passato importante della città, quando potere temporale e potere spirituale convivevano all’interno del perimetro di una chiesa.

Cattedrale di Conversano

Cattedrale di Conversano

  1. Conversano – Castellana Grotte – Putignano – Noci

Di questa tappa la campagna è regina indiscussa: l’alternanza di vigneti, uliveti e residui di boschi, assieme alla presenza di una fitta rete di muretti a secco disegnano il mosaico agrario di questa zona. Le masserie, ancora tanto vissute e tanto produttive, tengono in mano il testimone di quella che era la ricca proprietà fondiaria di un tempo e nelle contrade non ci si sente mai soli: sono piene di operosi contadini con cui è bello salutarsi e chiacchierare. Ci concediamo una veloce pausa-caffè nel centro di Castellana (in realtà chi non le avesse mai visitate può fare una sosta più lunga per vedere le famose Grotte (lunghe 3348 metri, profonde 122 e con una temperatura interna di circa 16,5°C). Successiva tappa è Putignano, famosa in Puglia per il suo longevo carnevale, ma con un centro storico vivace e colorato. Da Putignano a Noci la strada è quasi un rettilineo, si riesce quasi ad intravedere la destinazione, ma la prospettiva è parecchio ingannevole visto che si scende brutalmente e si sale altrettanto brutalmente. Affrontiamo la salita nella convinzione che una birra all’arrivo è indubbiamente meritata! Anche Noci ha un centro storico molto bello, caratterizzato dalle “Gnostre” (da claustrum, chiostro),  che non sono altro che piccoli atri su cui si affacciano le abitazioni circostanti; originariamente erano delle vie vere e proprie, chiuse poi per far posto alle nuove abitazioni a seguito dell’incremento demografico del XVIII sec., tagliando di fatto la viabilità e creando quindi questi spazi che sono semi-pubblici e semi-privati allo stesso tempo.

Ulivo millenario

Ulivo millenario

  1. Noci – Alberobello – Fasano

Prima fermata di oggi, a pochi km da Noci, è la chiesa di Santa Maria del Barsento, divenuto uno dei luoghi più iconici di tutta la Valle d’Itria. Questa abbazia è una sintesi di tutte le stratificazioni storiche e culturali del territorio. Abitata già dall’età del bronzo, grazie alla sua posizione strategica tra la via jonica e quella adriatica e successivamente dal popolo dei Messapi, che le hanno dato il nome di “barza” (alto)  ed “entum” (ovvero “luogo posto in alto”), in effetti questa chiesa gode di una posizione invidiabile, posta su un promontorio che domina su tutto il cosiddetto canale di Pirro, tant’è che anche i Romani ne fecero un loro avamposto. Anche i Bizantini hanno abitato questo luogo, come dimostrano varie monete ritrovate, e gli affreschi sulle pareti, seguiti poi da una comunità monastica nel medioevo (i clerici barsentani)  attorno alla quale si è sviluppata una consistente comunità rurale creando un vero e proprio casale. Allo stato attuale è una chiesa di forte stampo romanico, ma con architettura che richiama i trulli e all’interno uno spirito bizantino. Ma soprattutto ha un panorama sulla piana degli ulivi che vanno verso il mare Adriatico senza paragoni!! Se non conosci la chiesa del Barsento non sei un vero ciclista perché è una delle mete più amate e conosciute da chi si muove in bici. Salutata questa chiesa di calce bianca puntiamo ad un altro luogo che più iconico non si può: Alberobello. Sito Unesco dal 1996 e reso celebre dai suoi quasi 1500 trulli (tecnicamente definiti “architettura spontanea”) è una delle super mete turistiche della Puglia. Per non sentirsi fagocitati dal turismo di massa, conviene scendere dalla bici e fare due passi nel quartiere Aia Piccola -ad esclusivo uso residenziale privo di bar, ristoranti e negozietti di souvenir- ed entrare in qualche trullo per respirare la vita contadina dell’epoca. Alberobello non ha una storia così antica come si potrebbe pensare; la cittadina così come la possiamo ammirare oggi nacque in realtà solo sul finire del XIV secolo per volontà dei Conti di Conversano, proprietari terrieri che affidarono la gestione del territorio ad alcuni contadini. Siccome la legge del Regno di Napoli prevedeva il pagamento di un tributo per ogni nuovo villaggio edificato, i contadini architettarono un piccolo stratagemma per non pagare quelle tasse: costruire piccoli ripari temporanei -per persone, utensili e animali- facili da costruire e altrettanto facili da demolire in caso di ispezioni. Dopo un primo insediamento di circa 40 trulli, nel 1620 ci fu una importante espansione. Solo nel 1797 Alberobello fu liberata da ogni richiesta tributaria e dalla servitù feudale su decisione del re di Napoli. Ma la tradizione dei trulli, come è evidente,  non si è mai interrotta tant’è che ora abbiamo nel cuore della Puglia questa architettura unica e fiabesca. Lasciamo Alberobello e iniziamo a scendere verso Fasano, passando da Coreggia, per fare poi una sosta in località San Marco. Piccola, alberata con una piccola e utile area sosta, con una fontana pubblica,  un bar e un minimarket, per me resta una delle soste indiscusse di tutta la valle d’Itria! Raggiunta la località di Laureto prendiamo la vecchia strada per Fasano, dove poi prendiamo il treno per Lecce.

Chiesa del Barsento

Chiesa del Barsento

 

Tre giorni belli, dove le stazioni di partenza e arrivo sono facilmente raggiungibili con il treno regionale che ci consente di salire a bordo con la bicicletta, e che ci consentono una full immersion di natura, storia e arte a due passi da casa!

Da rifare in qualsiasi mese dell’anno e variando a piacere anche la durata, aggiungendo magari altri paesi nelle vicinanze, come Ostuni, Locorotondo, Ceglie etc.

0 comments
4 likes
Prev post: Benvenuti nel mio BlogNext post: Cicloviaggio in Danimarca

Related posts

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *