Gli abeti giganti della Val Noana e quell’equilibrio secolare tra uomo e montagna

Ammaliati dal racconto di alberi centenari che oltrepassano, in molti casi, i 50m di altezza, come se fosse una gara a chi sale più in alto per prendere la luce del sole, raggiungiamo la Val Noana per camminare sul Sentiero degli Abeti Giganti.

In questo luogo straordinario e selvaggio, gli abeti rossi e bianchi, che con le loro altezze impressionanti sembrano davvero arrivare a toccare il cielo, sono i protagonisti indiscussi della Valle.

Sono due i percorsi che partono dalla Casina Forestale di Valpiana (1.135 m slm), a soli 6 chilometri dall’abitato di Mezzano, uno più breve e uno più lungo che permette di arrivare in alto e avere tanti bei scorci panoramici sulle Pale di San Martino, sulle Vette Feltrine e sulla Catena del Lagorai. Sono tanti gli escursionisti che, nonostante abbia iniziato a piovere, salgono qui per camminare nel bosco; turisti che soggiornano da queste parti ma anche escursionisti che salgono in giornata dalla provincia di Treviso e Vicenza per godere della magia di questi alberi.

Il Sentiero degli Abeti Giganti nasce tra il 2016 e il 2018 grazie all’iniziativa del Parco Naturale Paneveggio- Pale di San Martino per promuovere il suo patrimonio boschivo.

I boschi della Val Noana sono infatti particolarmente fertili (non ci sono solo abeti ma anche faggi e tassi), grazie alla combinazione di un’elevata piovosità unita alla presenza di rocce calcaree. Qui si producono circa 3500 cubi all’anno di legname, tant’è che nei pressi della Casina, dove entrambi i sentieri iniziano, è presente una bella scultura realizzata proprio nel legno di un abete da Giuseppe Zeni chiamata “el Boschiér” (il boscaiolo) a rappresentare l’equilibrio secolare tra uomo e ambiente montano.

el Boschier

el Boschier

Lungo il sentiero troviamo tanti pannelli che raccontano le caratteristiche del luogo (in termini di flora e fauna) ma anche la sua storia e le sue tradizioni. Capiamo così il perché della presenza di tante casine (venivano utilizzate come stoccaggio per il legname, che veniva fatto scivolare a valle lungo le strade sfruttando proprio la neve) e di come quest’area non sia storicamente importante solo per la produzione di legname (si narra che ci sia talmente tanta legna che ogni abitante ha almeno 2 ettari e mezzo di bosco a testa) ma anche per l’estrazione di carbone. Dal Medioevo fino alla metà dell’800, la Val Noana è stata infatti interessata da un’intensa attività mineraria e per il funzionamento delle fonderie, era necessaria una grande quantità di carbone e legna. L’attività della carbonizzazione, che sfruttava principalmente il legno delle latifoglie, era diffusa in tutta la valle come testimoniano i tanti toponimi rimasti – come la vicina Val Carbonere, per esempio-. Ma c’erano anche le calchere che servivano a produrre la calce per le baite costruite con i sassi del posto, come la Casina Forestale non a caso chiamata Valpiana da cui parte il sentiero stesso.

Nel bosco, gli abitanti della valle vedono un patrimonio collettivo in cui chiunque trova quanto basta per vivere. Tutto è ben gestito, censito, regolamentato.

muschio stellato

muschio stellato

Chi taglia abusivamente un albero senza averne concordato l’abbattimento pagherà cinque volte il valore della pianta, sequestro compreso.

Saliamo e a tratti si aprono scorci meravigliosi sulle cime attorno a noi. Attraversiamo un bel dosso di faggi fino ad arrivare ad una piccola pozza d’acqua il cui nome suggestivo, la Posa de l’Ors, ci fa pensare subito ad un altro protagonista di questi boschi.  Raggiungiamo la Malga Val di Stua di Sopra e qui ci fermiamo per una merenda con vista.

Dalla malga camminiamo in discesa, attraversando il Boàl dei Canalíni e scendendo lungo la Val dei Ponti fino a raggiungere la Strada Forestale Piansignor nei pressi della baracca omonima. Seguendo la strada forestale a destra (Sentiero No. 733) rientriamo alla Casina Forestale di Valpiana.

Percorso magico, adatto a tutte le stagioni e a tutte le gambe. Lungo meno di 8 chilometri ma emozionante perché permette di ammirare la bellezza e l’eleganza di questi altissimi e silenziosi custodi del bosco.

abeti giganti

abeti giganti

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