Cosa ci raccontano i “giardini” segreti della Valle della Cupa – II parte –

Mi ero ripromessa di completare il giro in bici nella Valle della Cupa lasciato a metà la volta precedente e quindi eccomi qua a lasciare Lecce nuovamente in direzione sud-ovest.

Ritorna preponderante anche nel territorio di Novoli la natura carsica del terreno, che ha dato origine a depressioni, inghiottitoi, localmente conosciuti come “Vore” (se ne trovano tante in più parti del Salento) e che si alternano alle immense cave scavate dall’uomo nei secoli passati. In queste cavità la presenza di acqua nel sottosuolo ha reso possibile l’impianto di uliveti e frutteti, dando origine a giardini – intesi come appezzamenti di terreno coltivati- su più livelli. Da Novoli mi avvicino a Campi Salentina zigzagando nelle campagne, spesso su strade sterrate, che passano davanti a lunghi viali di cipressi che da lontano segnano l’ingresso di antiche ville.

In questo periodo le campagne si colorano di fiori di mandorlo, altissime ferule, papaveri, ed altre piante selvatiche. Un po’ perché non abbiamo -ahimè- più un inverno vero, un po’ perché già tra marzo ed aprile le alte temperature portano ad un anticipo della primavera nei campi, ci ritroviamo spettatori di una vera e propria esplosione di fioriture.

fioriture

Prendo un caffe in piazza a Campi e riparto verso Squinzano. Pedalo in salita verso il monte conosciuto come la Serra di Sant’Elia. Quest’area, “di notevole interesse ambientale” com’è stata definita nel Piano Paesaggistico Territoriale, è caratterizzata da una leggera dorsale collinare rivestita da un manto boschivo di querce, pini e lecci. In cima alla Serra, voltandomi indietro, mi rendo conto di essere proprio su di un belvedere naturale, che mi regala uno sguardo panoramico sul paesaggio circostante; vedo i terrazzamenti naturali, la vallata da cui sono appena risalita, e tutto il sistema di cupole e campanili dei piccoli centri della Valle della Cupa.

Prima di proseguire verso Trepuzzi, faccio un giro nel centro storico; qui tutto è legato all’agricoltura: la presenza di tanti uliveti non può che testimoniare una cultura importante e secolare come quella olearia. Ma soprattutto nei pressi della stazione è possibile vedere ancora antichi magazzini dove veniva stoccata l’uva da taglio diretta, proprio sui vagoni dei treni, nelle cantine del nord Italia. Prima ancora della nascita di sofisticate cantine ed etichette blasonate che esportano in tutto il mondo, noi eravamo la materia prima di altre cantine.

frantoio

Il mio itinerario prosegue su quello che i locali chiamano il “percorso della salute” , che mi permette di ammirare tanti villini di campagna lungo la strada: più lontane dalla nostra idea di villa ma molto più simili a dei  piccoli “casini” di campagna, queste costruzioni erano la testimonianza di quanto queste aree fossero corteggiate come buen retiro dalle nobili famiglie locali, interessate più alla possibilità di vivere le stagioni afose in poche stanze ma circondate da alberi da frutto e uliveti piuttosto che in grandi e sontuose case.

Seguo la strada fino ad arrivare nell’area denominata Monte d’Oro, per la presenza di sabbie gialle da cui si possono osservare, nei confini moderni dei campi, le antiche tracce del sistema di centuriazione romana. Con un complesso ma regolare reticolo ortogonale di stradine e canali i romani suddividevano gli appezzamenti agricoli per poi assegnarli ai nuovi coloni, spesso legionari a riposo. Questo territorio era infatti attraversato da importanti strade di viabilità romana– come la stessa via Vecchia Napoli- che portavano verso l’antica Rudiae e la stessa Lupiae, purtroppo ora quasi del tutto sommerse sotto il “moderno” asfalto.

 

vigneti

vigneti

Un altro piccolo percorso facile, per tutte le gambe, che si può fare ad anello partendo e ritornando a Lecce, per ammirare nelle campagne salentine il risveglio della natura e ritornare nella propria casa con un influsso positivo, quasi magico.

tavolozza di colori primaverili nella campagna salentina

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