Appena rientrata dalla Fiera del Cicloturismo, organizzata da Bikenomist, che anche quest’anno si è svolta a Bologna.
Ammirazione totale per chi ha già scritto comunicati stampa post-fiera e proprie considerazioni; io ho bisogno di almeno 48 ore per metabolizzare tutte le informazioni acquisite, le chiacchierate, le idee, i progetti – belli, anzi no, bellissimi- di cicloturismo si stanno facendo in lungo e in largo per l’Italia.
Innanzitutto dal Rapporto ISNART, pubblicato proprio in questa occasione, leggo con piacere che “la domanda turistica è sempre più caratterizzata dal desiderio di vivere esperienze a forte impatto emotivo”. EVVIVA ! piano piano le emozioni stanno prendendo il sopravvento sulle foto e sul fugace “ok, bene, ci sono stato, passiamo avanti”. Forse è iniziato tutto dal brutto periodo del Covid che abbiamo passato, o forse semplicemente abbiamo sempre più bisogno di rallentare e di non esaurirci pure in vacanza con ritmi giapponesi. Lo stesso trend vale anche per i cammini e in generale tutto ciò che riguarda l’outdoor; e questo mi fa un enorme piacere.
Bellissimo come Sebastiano Venneri, responsabile nazionale Legambiente Turismo, ha descritto questo fenomeno, parlando di ‘rivoluzione gentile ma disordinata’ ; gentile perché silenziosa, disordinata perché non tutte le realtà in Italia sono agli stessi livelli organizzativi. Ovviamente regioni che hanno investito da tempo e in maniera strutturata, ora guardano al cicloturismo come un vero e proprio settore economico, imprescindibile, al pari del tessile, dell’elettronico o del food; altre regioni hanno più strada da fare, iniziando dal capire che cos’è questo cicloturismo di cui tutti parlano, creando un’offerta strutturata, operatori di settore qualificati, etc.
Ma cerchiamo di essere positivi perché l’energia che si è respirata a Bologna è stata davvero contagiosa e sarebbe un peccato lasciarsi sopraffare dal pessimismo.
Non vi snocciolo tutti i dati presenti nel rapporto (ma se volete leggerlo ve lo linko qui https://www.isnart.it/it/news/viaggiare-con-la-bici-2/) però mi soffermo su un altro dato importante: chi viaggia in bici lo fa prevalentemente alla ricerca di un binomio eccellente come quello “cultura-natura”. E questo credo faccia la differenza. Chi viaggia in bici è curioso, interessato al territorio che attraversa, non ha fretta, osserva, chiacchera, chiede, non pretende. Forse anche per questo motivo conviene investire in questo settore turistico, fra i meno impattanti, tra l’altro, anche a livello ambientale.
Ma in questi due giorni ho seguito anche tanti talks e workshop interessanti su come si organizza un viaggio con la bici, con o senza altri mezzi di trasporto, per pochi giorni o più lungo, sulla meccanica di emergenza, su ciò che non deve mancare nelle borse (shit happens e lo sappiamo!) e tanti altri argomenti utili.
Ho incontrato tanti amici, colleghi, vecchi e nuovi, appassionati di questa roba bellissima e romantica che è il viaggiare in bicicletta, persone piene di energia che si spendono per promuovere il territorio dove vivono, che creano eventi e attività per generare economie positive.
e poi, cosa non da poco, sono tornata a casa avendo già in mente dove fare i miei prossimi viaggi in bici !
(chiudo dicendo che la foto del parcheggio di bici all’ingresso della fiera, per me, resta una delle più romantiche!)